Il morbo di Haglund è una patologia ortopedica che colpisce il calcagno. Nello specifico si tratta di una prominenza ossea anomala (esostosi) che si forma nella zona inserzionale del tendine di Achille (tuberosità postero-superiore del calcagno) che provoca dolore, gonfiore e difficoltà nella deambulazione.
Sei un corridore o una donna che usa tacchi alti e presenti questa condizione? Questi, insieme ad alcune alterazioni morfologiche del piede, possono essere dei fattori che predispongono all’insorgenza del morbo di Haglund.
Ma vediamo un po’ insieme come si sviluppa la patologia.
Meccanismo patologico
Questa patologia è dovuta alla formazione di una prominenza ossea anomala, che può essere di natura congenita o acquisita, nella zona postero-superiore del calcagno. Ciò determina un attrito della zona con le calzature o con i tessuti molli presenti nella zona retro-calcaneare, determinando così un’infiammazione a carico della borsa retro-calcaneare (borsite) e del tendine di Achille nella sua porzione inserzionale. Con il passare del tempo questa infiammazione tende a provocare dolore e gonfiore durante le attività sportive e non.
Come detto in precedenza, questa patologia può essere congenita (presente fin dalla nascita), oppure acquisita nel tempo. Ecco alcune delle principali cause:
- presenza sin dalla nascita di una prominenza ossea anomala nella tuberosità postero-superiore del calcagno;
- piede cavo, ovvero un’alterazione morfologica della struttura del piede che consiste in un arcata plantare più pronunciata, determinando così maggiore pressione sul tallone;
- calzature che presentano un supporto posteriore (contrafforte) troppo rigido, il che determina una pressione maggiore sul tallone;
- uso prolungato di scarpe con il tacco alto;
- attività che determinano un sovraccarico del tendine di Achille;
- familiarità.
I sintomi e segni che presenta questa patologia sono:
- dolore e gonfiore, localizzato nella zona di inserzione del tendine di Achille;
- ispessimento della cute nella zona posteriore del calcagno;
- difficoltà nel movimento del piede e nella deambulazione.
La diagnosi è di competenza dell’ortopedico, il quale attraverso un esame clinico andrà a valutare l’eventuale presenza di rigonfiamento, rossore e dolore alla palpazione. Per completare la diagnosi, il medico si avvale anche delle indagini strumentali, in particolare l’Rx, per osservare la prominenza ossea nella zona retro-calcaneare ed eventuali calcificazioni del tendine di Achille, l’ecografia e la risonanza magnetica per verificare lo stato del tendine e della borsa retro-calcaneare.
In base allo stato della patologia in trattamento può essere conservativo o chirurgico.
La terapia conservativa prevede il riposo, la somministrazione di farmaci antinfiammatori, l’uso di plantari specifici e di calzature consone e la fisioterapia che include terapie strumentali, al fine di ridurre l’infiammazione, ed esercizi di stretching e di rinforzo del tricipite surale (polpaccio).
La terapia chirurgica invece, che viene eseguita una volta che il trattamento conservativo non è andato a buon fine, ha lo scopo di rimuovere la prominenza ossea che caratterizza questa condizione, e di eliminare danni associati come la borsite o la tendinopatia inserzionale achillea, ripristinando così la normale funzionalità del piede.
Se ti rivedi nei sintomi e segni elencati non aspettare che sia troppo tardi. Non ignorare i segnali del tuo corpo e rivolgiti al tuo professionista di fiducia!