Il conflitto femoro-acetabolare, o impingement femoro-acetabolare, è una patologia meccanica dell’anca dovuta ad un contatto anomalo tra la testa del femore e il margine dell’acetabolo durante alcuni movimenti articolari. Questo contatto prematuro provoca dolore e riduzione della mobilità dell’articolazione coxo-femorale.
Non sottovalutare questa condizione poiché se non si interviene tempestivamente può portare a lesioni degenerative precoci, fino a evolvere in artrosi dell’anca.
Ma da cosa deriva questo contatto anomalo?
In condizioni fisiologiche, la testa del femore si articola con l’acetabolo adattandosi perfettamente a esso. Questo consente di eseguire tutti i movimenti dell’anca senza dolore, poiché le due superfici ossee non entrano mai in conflitto.
Nei soggetti con impingement, invece, alcuni movimenti risultano dolorosi e limitati a causa di una prominenza ossea che determina un contatto anomalo e precoce tra le due strutture.
A seconda della sede della sporgenza ossea, si distinguono tre varianti:
- Cam impingement: la prominenza ossea si trova sulla giunzione tra la testa e il collo del femore;
- Pincer impingement: è caratterizzato da un’eccessiva copertura della testa femorale da parte dell’acetabolo, che entra in contatto con la giunzione testa-collo del femore;
- Impingement misto: è presente sia una sporgenza a livello del femore, nella giunzione tra testa e collo, sia un’eccessiva copertura acetabolare.
Tra le cause possibili di questa patologia troviamo alcuni sport ad alto impatto (ad esempio calcio o basket), alterazioni posturali, squilibri del bacino e fattori genetici.
Il sintomo principale è il dolore durante il movimento o in alcune posizioni, localizzato nella regione inguinale o glutea. A questo possono associarsi limitazioni della mobilità e click articolari.
La diagnosi del conflitto femoro-acetabolare si basa su un’anamnesi accurata, volta a raccogliere informazioni sui sintomi e sulle attività che li scatenano.
Successivamente, durante l’esame obiettivo, viene valutata la mobilità articolare e vengono eseguiti test per verificare la presenza di conflitto. Poiché questi test non sono altamente specifici, è opportuno accompagnare ciò con esami strumentali, in particolare una radiografia, per valutare la morfologia articolare al fine di confermare la diagnosi.
Il trattamento può essere di tipo conservativo o chirurgico.
Nel primo caso, l’obiettivo principale è di ridurre i sintomi. La terapia include la modifica dello stile di vita, la somministrazione di farmaci FANS e la fisioterapia, con lo scopo di recuperare la mobilità dell’anca e, successivamente, rinforzare la muscolatura per favorire il ritorno alle normali attività quotidiane.
La chirurgia, invece, viene presa in considerazione quando il dolore persiste nel tempo e la terapia conservativa non ha dato risultati. L’intervento mira a correggere la morfologia articolare in base al tipo di anomalia presente (Cam, Pincer, mista), al fine di eliminare il conflitto e ripristinare una corretta funzionalità dell’anca.
Anche se il conflitto femoro-acetabolare può provocare difficoltà nei movimenti, è una condizione gestibile.
Intervenire precocemente, con una valutazione accurata e un percorso fisioterapico personalizzato, permette di ridurre il dolore, migliorare la mobilità e prevenire danni articolari futuri.
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