Il morbo di Osgood-Schlatter è una patologia ortopedica dell’età giovanile caratterizzata da dolore al ginocchio al livello della tuberosità tibiale. Si tratta nello specifico dell’osteocondrosi dell’apofisi tibiale anteriore.
Che cos’è l’osteocondrosi? Con questo termine si intendono un gruppo di patologie che colpiscono nel periodo di maggiore attività osteogenetica (la pubertà). Si tratta di un processo necrotico degenerativo di natura non infiammatoria, caratterizzato da un’alterazione temporanea della vascolarizzazione dell’osso, che porta a necrosi, frammentazione e successiva rigenerazione dell’osso. Questa condizione può colpire i nuclei epifisari (nuclei di accrescimento delle ossa lunghe) o i nuclei apofisari (zone di inserzione tendinea).
La malattia di Osgood Schlatter è un’osteocondrosi dovuta a trazione del tendine rotuleo sul nucleo di accrescimento situato nell’apofisi tibiale (porzione cartilaginea della tuberosità tibiale).
Tra le cause di questa patologia troviamo:
- crescita rapida;
- sport che prevedono corsa e salti, poiché possono determinare microtraumi ripetuti sulla cartilagine di accrescimento;
- muscolo quadricipite rigido e potente che determina una maggiore trazione sulla tuberosità tibiale;
- familiarità.
Il sintomo principale è il dolore, presente sia alla palpazione che alla contrazione del quadricipite. Inoltre, si presenta anche gonfiore locale, rigidità muscolare e limitazione nei movimenti.
La diagnosi viene effettuata dal medico attraverso un’anamnesi approfondita per individuare le possibili cause del disturbo. Successivamente, si procede con l’analisi della zona interessata mediante osservazione, palpazione e test clinici specifici. In alcuni casi, può essere utile ricorrere a indagini strumentali, come la radiografia (Rx), che consente di evidenziare eventuali frammentazioni o irregolarità della cartilagine di accrescimento.
Nella maggior parte dei casi, il trattamento è di tipo conservativo. Esso prevede la sospensione delle attività che provocano dolore, l’applicazione di ghiaccio, l’eventuale assunzione di farmaci antinfiammatori, l’utilizzo di un tutore con cuscinetto sulla tuberosità tibiale e la fisioterapia per riequilibrare le tensioni muscolari.
L’intervento chirurgico viene preso in considerazione solo nei casi più gravi e consiste nella rimozione dei frammenti ossei o nella risoluzione delle cause sottostanti.
Nonostante questa condizione possa causare dolore e limitazioni durante alcune attività, tende generalmente a risolversi spontaneamente con la crescita, soprattutto se trattata con le dovute attenzioni. Se sospetti di avere questo problema, non esitare a rivolgerti ai tuoi professionisti di fiducia per una valutazione accurata.